Il decreto Rilancio ha varato il cosiddetto “superbonus”. Come fa già intuire il nome, si tratta di una misura straordinaria: una detrazione del 110% sulle spese sostenute per specifici interventi edilizi. L’obiettivo è quello di sostenere le famiglie in un momento complicato e, allo stesso tempo, tentare di rilanciare il settore. L’Agenzia delle Entrate ha sintetizzato le caratteristiche del provvedimento, chiarendo allo stesso tempo alcuni aspetti operativi.
Come detto, l’aliquota è al 110% e riguarda le spese sostenute dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Gli interventi sull’abitazione (anche sulla seconda casa) devono riguardare efficienza energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici e di colonnine per la ricarica di veicoli. Gli interventi possono essere di diversi tipi, come ad esempio isolamento termico o sostituzione degli impianti di climatizzazione. È necessario però assicurare, nel complesso, il miglioramento di almeno due classi energetiche o il conseguimento di quella più alta.
Il superbonus, ha spiegato l’Agenzia delle Entrate, si aggiunge e non è quindi incompatibile con le misure simili già vigenti, ossia le detrazioni dal 50 all’85% delle spese per il recupero del patrimonio edilizio (il cosiddetto sismabonus) e la riqualificazione energetica degli edifici (l’ecobonus).
Grazie alle modifiche introdotte dal DL Semplificazioni al dpr 380/2001, si allarga la nozione di demolizione e ricostruzione ricompresa nella categoria della ‘ristrutturazione’, comprendendo anche edifici ricostruiti “con diversa sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche” e con “incrementi di volumetria”.
Semplificando: mentre prima la ricostruzione con aumento di volumetria era considerata ‘nuova costruzione’ e quindi non agevolata dai bonus fiscali sul recupero edilizio, con le modifiche introdotte sarà possibile usufruire delle agevolazioni fiscali anche per le ricostruzioni, considerate ristrutturazione edilizia, quindi con la possibilità di accedere alla detrazione del 110%
Oggi è possibile trasformare un vecchio edificio in uno nuovo, più efficiente dal punto di vista energetico, più sicuro secondo la nuova normativa antisismica e architettonicamente contemporaneo, senza più il vincolo di mantenere la vecchia sagoma e planivolumetria.
Altra novità del superbonus: una gestione più agevole della detrazione. Anziché usufruirne direttamente sulle imposte future, può essere utilizzata come sconto in fattura. Non solo: si può cedere il credito corrispondente alla detrazione a un soggetto non coinvolto nei lavori (come una banca), “monetizzando” il credito in tempi più rapidi.
La cessione del credito è prevista e la novità è che è ammesso farla non solo all’impresa che esegue i lavori, con lo sconto in fattura, ma anche a soggetti terzi come banche e intermediari finanziari.
Questo permette teoricamente di realizzare i lavori a costo zero. Per cedere il credito (le cessioni saranno gestite con la piattaforma dell’Agenzia delle entrate) servirà un’asseverazione del Caf o del commercialista.
La gratuità degli interventi è garantita solo nel caso in cui tutti questi rientrino tra quelli previsti dal Superbonus 110% e rispettino i massimali di spesa previsti per ciascun intervento
Muovetevi per tempo, se avete chiara l’intenzione di riqualificare il vostro immobile.
Identificate un professionista o un’impresa come Decorart srl che vi guidi passo passo a partire dallo Studio di Fattibilità dell’intervento e dalla certificazione energetica, l’APE.
Nello specifico:
Se il condominio (nel suo complesso) o la casa unifamiliare non sono in possesso dell’Attestato di prestazione energetica, occorre far redigere da un professionista abilitato una diagnosi energetica che stabilisca la classe energetica di partenza, quella prima di inizio lavori.
Con lo studio di fattibilità, ovvero una relazione tecnica e di progetto iniziale devono essere valutate le caratteristiche tecniche (es: spessore e tipologia materiali isolanti, caratteristiche impianto di riscaldamento,ecc) ed economiche dei lavori previsti.